mercoledì 8 dicembre 2010

Natale a Grottaglie


Anche nel mio paese si festeggia il Natale. E come nelle grandi città c'è aria di festa con le luci, ma arricchite dai gradevoli profumi delle pettole delle mamme.
A questa festa che ci lega tutti, voglio presentarvi una poesia in vernacolo grottagliese scritta sempre da Cosimo Piergianni, il più famoso poeta di Grottaglie.


NATALE

Int'alla grotta
di Bettlemme
insieme sciamu
culla fantasia
pi vitè lu Figghju
di Maria.

Mi chjno
nnu panarieddu
ci lu viti quant'è
beddu.

Stonu pettli
sannacchjitli e cartiddati
tutti belli priparati
cu tli manci a menzatia
cu Giuseppe e cu Maria.

T'li puè mancia statti
sicuro
ca l'onu fattu
li mammi nuèsci cullu lajnaturu.

Ci nui, però putimu
vinè sulu culla fantasia,
tu ùziti tint'alla grotta
nna bbona vota
e vieni propia
int'allu paisu mia
pi vitè quanta luci
int'li vitrini,
quanta allegria
quanta fuci fuci,
quanta sprecu
ti sordi pi palli
pallini e ogni sorta
ti ricalìa.

Insomma qua ste nnu frastuènu
generale
quanna rria la festa
ti Natale.

Fili d'argientu
avrai addobbati
stelle filanti, ànciuli
e pasturieddi
nni  facimu ncierti
manciati
e nno pinsamu
alli purieddi.

- Nn'è dicire pi piacere
sulu pi sti fissarie
è Natale
o sè vinutu sobb'alla terra
cu nni iuti
a combattere lu male?-

-E allora osci - Gesù Bambì-
lu se ccè fai?-

-Fatti tò passi
puru fra li malati
fra li cristiani
ca stonu a mmòrunu
ti fami
e fra li disoccupati-.
Dicembre 1976

domenica 3 ottobre 2010

La scomparsa di tanti mestieri e vecchi profili di vita, relegati ormai soltanto nella memoria, costituisce una perdita assai grave, dal momento che si pone l'esigenza di conservare la memoria storica per comprendere il nostro presente.

Li ricorda Cosimo Luccarelli nelle sue due opere:

"L'arte del fare" nel ricordo degli antichi mestieri"


"Grottaglie, profili di vita e poesia del passato"


In memoria dei ricordi, vorrei farvi presente una poesia che da piccola mio zio mi fece conoscere. Parla del mio paese e della sua piccola storia.
Scritta da Cosimo Piergianni.

Lu Paisu mia


Sobb'alla strada t'la via Appia
ripa ripa allu Fuddanèse
tuttu lu munnu sappia
ch'esiste il mio paese.

Li Vurtagghhj e numinata
la cittadina bella
int'li grotti e la tagghjata
ccumenza la storiella.

Quanna li Bàrbiri vinèra quabbàsciu
a saccu e fuecu mittera Rudie
ma propia pi quiru scatàsciu
nasciu stu paisu t'li Puglie.

Tutti li cristiani si ccampàra
int'alli grotti
atturnu a sti campagni
si scunnèra
sulu cussì spicciara
li lotti
e a fabbricà lu paisu si mittera.

Quanta fatii e quanta tuluri
nci vulera pi fa li muragghj
zzimpàra case e zzimpàra muri
e... nasciu li Vurtagghj.

Dopo tant'anni di fatti e di storia
nasciu Francescu int'a nnu rione
ch'è rimastu int'la mimoria
ca feci lu bucu int'lu mattoni.

Gesuita divintò e santu
e priticò: "Turnate a Cristu".
Ma forse cumbattiu tantu
quanna tisse: "Prigate pi quistu".

Santu Ggiru purtò ta Naple
mienzu bustu culla barba
cunvinciu tutti li traple:
"Faciti la festa, ci vi garba".

Fècera nna cappella int'l'Annunziata
ca ogni matina s'acchjava sgarrata
po Francescu rimmuddò li ribelli
ca èrunu a serviziu t'li Cicinelli.

Nasciu cussì nna divozioni granni
pi Santu Giru ca scacciava
li malanni.

Saramienti, zeppri e lioni
alla focra
si pòrtunu tutti l'anni
alli fuechi, allu panaggiricu
e alla prucissioni
partecipa sempre divota
la popolazione.

Questa è la storia
del mio paese
ca ccuminzò int'lu Fuddanèse.
Giugno 1968

Tenterò una traduzione, comunque per chiarimenti potrete visitare il dizionario di Cosimo Luccarelli nel suo blog:


Il mio paese
Sopra la strada della via Appia
vicino vicino al Fullonese
tutto il mondo sappia
che esiste il mio paese.

Grottaglie è nominata
la bella cittadina
dentro le grotte e la tagliata
comincia la storiella.

Quando i Barbari vennerò quaggiù
a sacco e fuoco misero Rudie
ma propio per quel disastro
naqque questo paese delle Puglie.

Tutte le pesone si accamparono
dentro le grotte
attorno a queste campagne
si nascondevano
solo cos' finirono
le lotte
e a fabbricare il paese cominciarono.

Quanta fatica e quanta dolori
ci vollero per fare le muraglie
innalzarono case e innalzarono mura
e... nacque Grottaglie.

Dopo tanti anni di fatti e di storia
nacque Francesco dentro ad un rione
ed è rimasto nella memoria
perchè fece il buco sul pavimento.

Diventò Gesuita e Santo
e predicò:"Tornate a Cristo".
Ma forse combattè tanto
quando disse:"Pregate per questo".

San Ciro portò da Napoli
a mezzo busto con la barba
convinse tutti gli imbroglioni:
"Fate la festa, se vi piace".

Fecero una cappella dentro l'Annunziata
ed ogni mattina si trovava crollata
poi Francesco calmò i ribelli,
che erano a servizio dei Cicinelli.

Nacque così una devozione grande
per San Ciro che scacciava
i malanni.

Saramenti, ceppi e legna
alla pira
si portano tutti gli anni
ai fuochi, al panegirico
e alla processione
partecipa sempre devota
la popolazione.

Questa è la storia
del mio paese
che cominciò dentro il Fullonese.

Spero di avervi accontentato, ho fatto del mio meglio! Credetemi!



domenica 26 settembre 2010

Ma da dove proviene il mio blog?

Molti mi chiedono la provenienza di questo blog. Eccovi accontentati: è di Grottaglie (li Vurtagghje in dialetto salentino) è un comune italiano di 32.827 abitanti della provincia di Taranto, in Puglia, situato nel Salento settentrionale.
Grottaglie vuol dire molte, diverse grotte dal latino Kriptalys, nome che sottolinea tale peculiarietà di gran parte del suo territorio. L'origine di Grottaglie va ricercata negli insediamenti rupestri che si sono susseguiti nella zona fin dal periodo del Paleolitico. È ritenuta la terra natìa del padre della letteratura latina Quinto Ennio. Infatti è stato accertato che il poeta nacque a “Rudiae” nelle Puglie. Secondo molti studiosi, questa Rudiae corrisponderebbe ad una delle cittadelle fortificate (appunto Rudiae e Mesocoro), distrutte dalle invasioni barbariche, i cui abitanti in fuga diedero vita ai casali rupestri dai quali sorsero in seguito Grottaglie e Villa Castelli. I resti storici più cospicui sono riconducibili al Medioevo, quando nelle profonde gravine prese maggior consistenza l’abitudine di vivere nelle grotte. Risalgono a questo periodo infatti non solo le abitazioni, ma anche le scale, i sentieri, le opere di canalizzazione e di deflusso delle acque. Non si tratta comunque di un centro di origine longobarda o bizantina, ma di poco più di una comunità di pastori e contadini in costante conflitto tra loro per l'utilizzo delle limitate risorse di un terreno in gran parte arido e paludoso eccezion fatta per la Lama del Fullonese. Quando i barbari, in particolare Goti e Saraceni, distrussero i villaggi siti nel territorio e anche la stessa Taranto, le grotte ospitarono i fuggitivi ( 960d.C.) Sorsero così vari centri abitati tra cui Casale San Salvatore e Monti Cryptalis nucleo primigenio dell'attuale centro storico di Grottaglie. I Normanni (XI secolo) donarono alla Mensa Arcivescovile Tarantina un Casale di nome Cryptalium, ma con ogni probabilità si tratta di un falso risalente al XVI secolo. Nel XV sec. il centro fu dotato di mura di fortificazione, assieme al Castello e alla Chiesa Matrice. Difficoltà e crisi politiche portarono (dal XV al XVII secolo) ad una "coabitazione" di due giurisdizioni feudali differenti: una vescovile ed una laica. Il XVII secolo conobbe anni di miseria e di difficoltà sotto la mal tollerata dominazione spagnola. Lotte di giurisdizione tra Arcivescovi di Taranto e feudatari laici e ripetute sollevazioni popolari, caratterizzarono il secolo successivo fino all'abolizione della feudalità colpevole secondo clero e Borboni di amor di libertà. In un clima di disorientamento politico generale si fa strada il nascente fenomeno del brigantaggio con un nome illustre: Ciro Annichiarico (in dialetto "Papa Ggiro"). Queste vicende accompagnarono la prima espansione urbana "fuori le mura", fino al periodo unitario, a partire dal quale le vicende di Grottaglie si accomunano a quelle di molti centri simili nel Meridione d'Italia.

Adoro vivere in questo piccolo centro per la sua piccola storia, le sue viottole, le mura addobbate da piante di gelsomini dove ritrovi i profumi che emanano, la fragranza di arance e di mandarini che ritrovi in alcune vie, l'argilla appena lavorata e trasformata in incantevole ceramica... e poi le voci, la vendemmia, i vapori del mosto, gli odori del pranzo appena messo in tavola... in alcune ore del giorno, in particolar modo, quando ti ritrovi per le strade e torni da lavoro o da qualche commissione, ritrovi il calore di una famiglia solo percependo i profumi di una tavola semplice , ma invitante.

Non copriamoci di vergogna, solo perchè apparteniamo a delle tradizioni e a delle virtù che devono essere sempre impresse nel nostro carattere, perchè in qualunque posto andiamo, ritroveremo sempre qualcosa che ci è familiare e che ci ricorda il luogo dove siamo nati.