giovedì 22 dicembre 2011

Ore 10:05. Neve a Grottaglie

Via Don Luigi Sturzo
Evento raro a dato inizio all'inverno nel mio piccolo paesino.  Stamane, verso le 10:05, fioccheggiava acqua misto neve. Questo ha bloccato tutti e ha creato un fuggi fuggi generale per le vie, traffico di auto e grandi spaventi. Tutto è durato si e no dieci minuti. Peccato! Ora è ritornato tutto normale. Chissà quando la prossima nevicata lampo. Da noi è raro che si poggia della neve, perchè è un paesino nato in pianura, sotto le colline. Spiegandomi bene: noi subbiamo piccole fioccheggiate provenienti da  Martina Franca, che si trova in una piccola montagna. Così noi vediamo passare, se solo per pochi minuti, un "bianco Natale".

sabato 17 dicembre 2011

Luci natalizie del mio paese


Via delle Torri
Piazza Principe di Piemonte

Viale Matteotti

martedì 13 dicembre 2011

Santa Lucia a Grottaglie

Statua di Santa Lucia restaurata

Oggi si festeggia la Santa protettrice della vista: Santa Lucia.
A Grottaglie, così come in molte parti d’Italia, il culto per onorare la Santa risale al VI secolo d.C., quando in tutta Italia vennero costruite chiese, oratori e monasteri che portavano il suo nome.

Successivamente, nel 1024, riesplose un fortissimo senso di devozione: si trattava del periodo a cavallo della quarta crociata, quando le venerate reliquie della santa vennero trasportate da Costantinopoli a Venezia dal doge Enrico Dandolo. Nel 1039 però, in seguito alla liberazione della Sicilia dal dominio arabo il corpo della santa venne condotto a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace, in omaggio alla pia imperatrice Teodora.
Culto e devozione verso la “santa della luce” si è accresciuto nel tempo, tanto che la stessa è diventata Patrona di molte città e paesi, protettrice dei ciechi, degli oculisti, degli ottici, degli elettricisti, delle sarte, delle ricamatrici e delle donne di malaffare pentite, insomma di tutti coloro che per il proprio operato hanno bisogno di un’ottima vista!

Tanti gli artisti, scrittori, poeti e musicisti che le hanno dedicato opere, racconti, liriche, dipinti e canzoni, come sono tante le testimonianze di celebrazioni e festeggiamenti in suo onore legate ad antiche tradizioni.

A Grottaglie una testimonianza scritta sul culto di Santa Lucia la ritroviamo in occasione della visita pastorale di Monsignor Lelio Brancaccio del 1588, quando egli dietro sollecitazione del Cappellano della nostra chiesa, Abate Giovanni Antonio de Regina, autorizzò la riparazione della struttura con la seguente motivazione: “Una chiesa tenuta in grande devozione dove moltissimi fedeli avevano raccolto elemosine per il suo mantenimento”.
La chiesetta originaria aveva una struttura assai semplice: l’altare era collocato dove ora c’è l’ingresso principale e l’accesso era laterale per mezzo di tre gradini, ben tenuta e frequentata da tanti fedeli che chiedevano grazie per malattie agli occhi e alla vista. La maggiore disponibilità di sacerdoti in quel periodo permetteva la celebrazione giornaliera della santa messa e della recita del rosario con la benedizione eucaristica finale. Purtroppo le condizioni precarie della chiesa indussero autorità e clero ad abbatterla negli anni ’20 per costruirne una più solida ed esteticamente più curata. Furono gli stessi fedeli ed abitanti del circondario a raccogliere i soldi necessari sotto la guida di un grande sacerdote, Don Vito Traversa, passato alla storia per la devozione al “Preziosissimo Sangue” con celebrazioni e processioni notturne.

Fu nel dicembre del 1924, durante una domenica pomeriggio che venne posta la prima pietra dall’Arcivescovo di Taranto Mons. Jorio alla presenza di autorità civili, militari e di tantissimi fedeli, che nonostante la fitta pioggia si accalcarono in quella piazzetta. Durante la costruzione della nuova chiesa la statua della santa venne portata nella chiesa di Santa Maria della Serra in Via Corrado Mastropaolo che oggi è chiusa e sconsacrata.
Ci vollero degli anni perché la chiesetta venisse terminata a causa delle uniche risorse che arrivavano dalle offerte dei fedeli, ma al termine dei lavori essa ritorno come e più bella di prima. Quotidianamente venivano fatte celebrazioni liturgiche e anche manifestazioni religiose occasionali, oltre alla famosa festa del 12 e 13 dicembre con accensione di pira e fuochi pirotecnici.

Il pittore grottagliese Emanuele De Giorgio affrescò la lunetta esterna posta sul portone d’ingresso, mentre sul campanile venne montata la mitica campana in “Do diesis” della vecchia chiesa, dove si leggono i nomi dei donatori NICOLAUS ET MARTINUS F(ecerunt). Oggi questa chiesetta è ridotta in cattive condizioni esternamente e l’accesso è limitato rispetto al passato.
È noto che solo un gruppo di giovani e famiglie del vicinato – appartenenti alla Parrocchia della Chiesa Madre – si impegnano con il loro tempo libero e con le proprie disponibilità economiche a mantenere aperta e pulita la chiesa sotto la guida del nuovo parroco. Tuttavia l’appello è che questa piccola chiesetta non cada nel dimenticatoio e che possa sempre essere custodita degnamente come altri luoghi della grottagliesità.

Mariangela Martellotta

venerdì 9 dicembre 2011

Tradizione a Grottaglie: la mostra dei Presepi dei maestri ceramisti

TRADIZIONE E NOVITÀ ASSOLUTE TROVANO LA LORO SINTESI NEI FESTEGGIAMENTI NATALIZI CHE SARANNO INAUGURATI DOMENICA 4 DICEMBRE ALLE 18.00 NEL CASTELLO EPISCOPIO DI GROTTAGLIE ALLA PRESENZA DI ARTISTI E ISTITUZIONI. DUE LE MANIFESTAZIONI PORTANTI DELL’INTENSO CARTELLONE MESSO A PUNTO CHE TERMINERA’ L’8 GENNAIO. NELLO STESSO CASTELLO SI TERRÀ LA TRADIZIONALE “MOSTRA DEL PRESEPE”, UN AVVENIMENTO CAPACE OGNI ANNO DI ATTRARRE ARTISTI E VISITATORI DA TUTTA ITALIA E DALL’ESTERO. TEMA DELL’EDIZIONE 2011 È QUELLO DE “I RE MAGI”, INTERPRETATO DA DIVERSI MAESTRI CERAMISTI CHE CONCORRERANNO ALLA CONQUISTA DI UN PREMIO UNICO ASSEGNATO DA UNA GIURIA VARIEGATA, COMPOSTA DA UN ARTISTA, UN GIORNALISTA, UN TECNICO DEL SETTORE, DA UN ECCLESIASTICO E PRESIEDUTA DAL SINDACO DI GROTTAGLIE, CIRO ALABRESE. PARALLELAMENTE VENTITRÉ LABORATORI CERAMICI, DISLOCATI LUNGO TUTTO IL QUARTIERE DELLE CERAMICHE, ANIMERANNO LE FESTIVITÀ CON L’ITINERARIO “BOTTEGHE DI NATALE”, UN EVENTO COINVOLGENTE CHE CON UN APPOSITO TALLONCINO CONSEGNATO AI VISITATORI ASSIEME AD UNA MAPPA DEL PERCORSO, PERMETTERÀ LORO DI ESPRIMERE IL PROPRIO GRADIMENTO PER LA BOTTEGA MEGLIO ADDOBBATA. LA SACRALITÀ DEL NATALE SI SPOSA IN QUESTA EDIZIONE CON LA SPETTACOLARITÀ E L’ESPOSIZIONE DEGLI ADDOBBI AD OPERA DEGLI STESSI MAESTRI CERAMISTI, CHE HANNO DICHIARATO CORALMENTE LA PROPRIA DISPONIBILITÀ A TRASFORMARE QUESTA OCCASIONE IN UNA VERA E PROPRIA “FESTA DELLA CERAMICA”. PER L’OCCASIONE L’INTERA AREA VERRÀ RESA PEDONALE DURANTE LE DOMENICHE E I GIORNI FESTIVI. LA MOSTRA RIMARRÀ APERTA AD INGRESSO LIBERO TUTTI I GIORNI, COMPRESI I FESTIVI, DALLE 10.30 ALLE 12.30 E DALLE 17.00 ALLE 21.00. PER ULTERIORI INFORMAZIONI E PER RICHIEDERE VISITE GUIDATE CI SI PUÒ RIVOLGERE ALLO SPORTELLO INFORMATIVO TURISTICO – UFFICIO IAT AI NUMERI DI TELEFONO 800 545 333 (NUMERO VERDE) O 099 5623866.

domenica 11 settembre 2011

S. Biagio

L'otru giurno
apriu lu stipu
e vitìu nna cicculatèra
culla capu all'era all'era
e lu beccu rruzzunìtu.

Rrimaniu llucchitu
a vitè quera scena
e sùbbutu int'lu cori
mi calò nna certa pena.

- Cce ti faci lu tiempu -
pinseu
e rrimaniu cussi
comu nnu babbeu.

- Ti ste pigghj vilenu?-
mi tisse la cicculatèra
- ti conviene essere serenu
e trimienti puru tu
all'era.

Lu tiempu nni pò rruzzunè
ta fori,
non ci nni po tuccà
lu cori.

Giugno 1970.
Cosimo Piergianni

martedì 9 agosto 2011

La n'chioscia




















Prima ca lu sole trase in'tra la strada
la n'chioscia quasi totta s'è dicitata.
La fatia cumenza la matina
piccè vene megghjo la matina.
La scola da picca è spicciata
e cu li scueche anchimu la sciurnata.
Sultantu pi picca ni putimu musai,
ma dopu nu picca ni putimu m'brazzai.
L'amore è bello e non ci ni pò mancai,
ma puru tl'amicizia ni putimu ccuntantai.
Sci ste nna disgrazia no t'è preoccupai
piccè quà, tutte, ni mmà aiutai.
Schirzanno e ballanno pi lu scurdai...
cca lu pani è picca... frate mia... e ce ma fai...
La notte vene puru cca ni mu stancatu,
ma notra sciurnata cuntiente mu passatu.
E la matina nnu luclo bastava
cca totta la n'chioscia si dicitava.

lunedì 20 giugno 2011

Tramontu

Nna rozzla ti soli
nfucatu
bbàsciu all'orizzonti
nnu stuezzu
ti cielu turchinu
ca si specchja
int'a mari
sprazzi ti luci
smaglianti
ca sciòcunu
int'li nuv'li
lu cori s'enchje
ti nostalgia
lu soli si ve còrca
dopu nna sciurnàta
ti fatia.

Grotte di Riggio

sabato 23 aprile 2011

Ritratti di Bbubbli Bbubbli

La Processione dei Misteri del Venerdì Santo

A Grottaglie è la Congrega del Purgatorio, fondata nel 1641 è costituita (a detto dei grottagliesi) dal ceto nobile della città, ad organizzare la Processione dei Misteri,con le sei statue che rappresentano gli ultimi momenti della vita del Cristo e la statua dell'Addoloranta. Pregevoli opere in legno e cartapesta, di epoca barocca, restaurate di recente. La processione qui è scandita, oltre dai canti delle donne e la musica della banda musicale, dal rumore delle tre "troccole" (assi di legno con maniglie di ferro) che col loro suono danno il segnale del lutto universale per l'assassinio del Re dei Re, insieme al tamburo e alla tromba.
Le troccole usate durante i misteri...
...e il tamburo e la tromba che durante la processione annunciano la morte del Cristo.

venerdì 22 aprile 2011

Pellegrinaggio ai sepolcri della Confraternità del Carmine

Affini ai "perdune" di Taranto, ai "pappamusci" di Francavilla Fontana e alle "paranze" di Mottola, i "bbubbli bbubbli alla scazata" (confratelli del Carmine) compiono il Giovedì e Venerdì Santo il pellegrinaggio ai Sepolcri delle chiese di Grottaglie scalzi e incappucciati. Secondo alcuni il termine "bbubbli bbubbli" deriva dal rumore del campanello (in latino "tintinnabulum") che usavano quando andavano per le campagne di Grottaglie, nei secoli passati, a questuare il grano e il vino per le messe; secondo altri è un termine per indicare il brusìo delle preghiere che i confratelli, sempre a coppie, mormorano sotto il cappuccio.
I riti della Settimana Santa proseguono il giorno seguente con la Processione dei Misteri a cura della Confraternita del Purgatorio: sfilano per le vie cittadine cinque statue in cartapesta risalenti alla prima metà del secolo XIX e le più antiche e preziose statue in legno dell’Addolorata e del Cristo Morto.

venerdì 15 aprile 2011

Il venerdì prima della Settimana Santa

Con la processione della "Desolata", che ricorda il vagare della Madonna in cerca di Gesù, i riti della Settimana Santa grottagliese entrano nel vivo. La processione seguita da un numeroso gruppo di fedeli e dalla Confraternita del SS. Nome di Gesù che accompagnano con canti e  musiche toccanti e strazianti. La processione parte, come da tradizione, alle ore 17:00 dalla Chiesa Matrice percorrendo l'itinerario del centro storico per poi ridiscendere nel “paese vecchio”. E propio nel centro storico che da vita l'emozionante batticuore. La solenne processione, dopo il canto e la preghiera davanti al Calvario svincola per via San Pietro e Paolo dove in antichità la statua fu scolpita da un maestro cartapestaio di Lecce (pare sia l'artista Antonio Marcagnani),dalla famiglia Sanarica per grazia ricevuta.
Dagli atti risulta che intorno al 1840, Francesco Sanarica, uomo di profonda fede religiosa, fece costruire per sé tre statue  in carta pesta: un Crocifisso, un S. Giovanni Apostolo e la Madonna Addolorata. Le statue, che avevano altezza naturale, "abitarono" nella sua casa. Alla morte di Francesco, il figlio Gaetano ereditò la casa paterna unitamente alle sacre statue e per devozione iniziò a prestarle per le varie processioni religiose locali. In seguito decise di donare la statua di S. Giovanni Apostolo e quella dell’ Addolorata alla Confraternita del SS. Nome di Gesù. A quei tempi, tra il 1860 e 1880, la Confraternita non aveva un suo Oratorio ed era ospitata nella Cappella del Crocifisso presso la Chiesa Madre. La generosità di Gaetano Sanarica si sostanziò anche con un suo obolo di cinquecento ducati, affinchè la Confraternita non facesse mai mancare le lampade accese davanti alle due statue. La Madonna Addolorata per la Confraternita diventò così la “Madonna Desolata” e per l’impegno assunto con la generosa famiglia Sanarica, la Processione della Madonna Desolata avrebbe dovuto seguire un itinerario particolare: sarebbe sempre dovuta passare da via S. PIETRO e fermarsi al numero civico 42, ovvero davanti all’ingresso di casa Sanarica, per intonare canti a gloria della Vergine. I prodigi che la Famiglia Sanarica ha ottenuto da allora sono tanti e continuano a vivere nella memoria storica dell’unica discendente di questa famiglia, la Signora Paola Maria Cira di quasi novantanni. La stessa racconta con dovizia di particolari, i miracoli che la Vergine ha adoperato negli anni, in diverse circostanze e su diversi membri della famiglia, tanto da ritenere immensa la protezione della Madonna nei confronti delle attuali e future generazioni. In una recente e breve recensione pubblicata dalla Confraternita SS. Nome di Gesù sulla Madonna Desolata sono riportati sia la storia di questa sacra statua che i prodigi della Vergine nei riguardi della  famiglia Sanarica.
Informazioni tratte da Grottagliesità

domenica 20 marzo 2011

La Quaremma

Durante il periodo quaresimale avrete la possibilità di incontrare, soprattutto se percorrerete qualche viuzza del centro storico, una vecchia vestita a lutto, brutta, magrissima, direi quasi spettrale se vi capiterà d'incontrarla di sera al buio. Vi ritroverete faccia a faccia con la Quaremma. La Quaremma altri non è che un pupazzo appeso tra un balcone ed un altro con le sembianze di una vecchia tipica dei nostri luoghi col fazzoletto nero in capo, lo scialle sulle spalle ed il grembiule, lu sunale, in vita, tipico delle massaie dedite al lavoro.
Tutto rigorosamente nero perchè la Quaremma è a lutto a causa della morte del marito, il Carnevale, che nei suoi ultimi giorni di vita ha condotto una vita dissoluta sperperando tutti i suoi beni e lasciando la sua povera moglie nella più totale miseria. La povera Quaremma allora è costretta a lavorare per colmare il buco economico lasciato dal marito e per sopravvivere. Pertanto ha in mano un fuso ed una conocchia che stanno a rappresentare la laboriosità ma allo stesso momento lo scorrere del tempo. A volte al posto del fuso può avere in mano una “cucchiara” o altri oggetti usati nel lavoro domestico, il vino e i taralli considerati il pasto dei poverelli.